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Omaggio a Milano di Elisabetta Viviani

Elisabetta Viviani, è un personaggio molto noto del mondo dello spettacolo e vanta una lunga e multiforme carriera, ricca di successi. Attrice di teatro, di cinema e di tivù, ballerina, conduttrice, cantante, show girl tra le più dotate e complete. Ma, non molti, probabilmente, sanno che Elisabetta Viviani è anche una sensibile e delicata pittrice che merita di essere conosciuta.

Badate bene, non si tratta di un’artista improvvisata, alla stregua di coloro - e non sono pochi - che approfittano, spesso in modo poco corretto, della fama che si sono conquistati in altri campi. Elisabetta è una persona seria, e dietro alla sua immagine dolce e al suo sorriso coinvolgente di eterna adolescente, si cela un carattere forte e deciso. Lei, infatti, ha seguito per oltre dieci anni dei corsi di studio in un’accademia d’arte sotto la guida del Maestro Luigi Regianini, e, anche a detta delle persone che le sono state vicine, impegnandosi sempre con determinazione, attenzione e tanta volontà. Anche in questo campo, insomma, ha voluto fare la sua gavetta. Non ha dato nulla per scontato. Solo negli ultimi anni ha iniziato a esporre in collettive e, più recentemente, quando si è sentita più pronta, ha presentato le sue realizzazioni in mostre personali.

Lo dice lei stessa. All’inizio sentiva che ciò che realizzava sulla tela non corrispondeva appieno a quelli che erano i suoi più profondi convincimenti e sentimenti. Insomma, ogni volta che si accingeva a dipingere, ingaggiava una specie di lotta sotterranea tra le indicazioni che le provenivano dalla mente e dal cuore e la mano che rincorreva a fatica forme, segni, campiture, colori. Poi, qualcosa è scattato e finalmente si è riconosciuta nell’opera che realizzava e questo l’ha convinta ad affrontare con coraggio anche il parere del pubblico e della critica.

Il suo soggetto preferito è Milano. E da come la dipinge si capisce che lei ama molto questa città, dove è nata, e particolarmente le zone centrali. Sono proprio le strade della città più vissute, quelle dei negozi importanti, delle piazze e dei luoghi più animati - per fare qualche esempio, San Babila, Porta Venezia, piazza Cadorna – a essere colti nella loro quotidianità. Gente che passeggia, donne che fanno acquisti, biciclette, auto, moto. La normalità nella sua essenza più pura, immersa in una luce solare sempre vivida, che staglia di netto i contorni, le figure, trasfigurandole quasi in un senso surreale. Insomma, emerge una Milano immaginata con il cuore, più che vista con gli occhi della realtà che ce la mostrano caotica, convulsa, sporca, fumosa.

Eppure è una Milano che riconosciamo e che ci tocca nell’intimo. La città come dovrebbe essere nei sogni, forse, o come vorremmo che fosse o che ci immaginiamo quando stiamo lontano da lei per troppo tempo. Questo è un po’ il segreto dei lavori di Elisabetta, trascendere la realtà pur riproducendola. E attribuirle in questo modo significati profondi che non ci aspettavamo. Ma lei non vuole barare a questo gioco. Per farci capire che la sua è una “Milano diversa”, dissemina, appena può, i suoi quadri di immagini fiabesche, draghi, rane, cerbiatti, fiori, simboli della sua fantasia. Dettagli che in qualche caso non percepiamo subito, ma che ci invita a cercare, come fossero segnali di un percorso misterioso verso la fantasia, una chiave nascosta per entrare nel suo mondo parallelo. Insomma, le opere di Elisabetta Viviani rispecchiano bene il suo carattere, solare, positivo, ottimista e questi sentimenti si trasmettono con immediatezza anche a chi le osserva. E anche Milano ci appare in una luce nuova, non più la metropoli che conosciamo, ma un delizioso luogo di favola.

La mostra di Elisabetta Viviani è visitabile fino al 31 gennaio presso la Galleria Art Studio 38 di via Canonica 38 Milano


 MOS3&MU6 SPUNTI: 

 

Ricordarsi di dare spazio soprattutto alle idee eccentriche, benché minoritarie, poiché il dispotismo della democrazia non consiste tanto nel reprimere chi la pensa diversamente quanto nel presentarlo come anomalo, "straniero". Invece, proprio chi viene oggi presentato come straniero può aiutarci con le sue idee dissonanti a ritrovare una "patria" comune, delle ragioni di convivenza.

(Filippo La Porta)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Fine estate 2015: inaugurazione del Pavilion di UniCredit

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