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AFRICA: ARCHITETTURA E CONCENTRAZIONE URBANA

Quando si pensa all’Africa, purtroppo oggi non possiamo che far riferimento alle guerre, al sottosviluppo, alla povertà, alle epidemie, al colonialismo, allo sfruttamento delle risorse, ecc. Ma l’Africa ha diverse facce. Esistono zone dove stanno emergendo fenomeni nuovi come una sempre più forte pressione dell’urbanizzazione sotto la spinta di un impetuoso incremento demografico.

103_SPASM Architects, EXIM Tower, Dar es Salaam, Tanzania, 2009 (1).jpg

Si stima che nel 2030 la popolazione urbana in Africa sarà di 748 milioni, nettamente superiore a quella europea (685 milioni). L’Africa con i suoi 54 Paesi è destinata a diventare un laboratorio tra i più interessanti e innovativi per l’architettura moderna, al di là di valutazioni estetiche e tecniche. Senza, peraltro, dimenticare le forti contraddizioni in ambito economico, sociale, ambientale, ecc. che continuano a essere presenti.


La mostra che si è aperta oggi alla Triennale, dal titolo evocativo “Big Change Big Chance” e che sarà visitabile fino al 28 dicembre prossimo, si è data il compito di analizzare i cambiamenti e le opportunità offerte dal continente africano.


In una società globalizzata come la nostra quello che avviene in Africa non riguarda solo chi vi abita ma tutti noi. Occorre cambiare mentalità: sarebbe estremamente miope fissarsi sull’idea di un’Africa composta solo di piccoli villaggi rurali abitati da tribù quando è in corso un processo incalzante di inurbamento.


D’altra parte, non è nemmeno facile avvicinarsi a questi problemi liberi da pregiudizi, soprattutto dopo che questo continente è stato oggetto in passato di un’azione, spesso spietata, di colonizzazione.


La mostra, realizzata a cura di Brenno Albrecht, con la collaborazione di Alberto Ferlenga, ha visto l’apporto del CIVA (centro internazionale per l’architettura e il paesaggio) che, l’anno prossimo, ospiterà l’esposizione a Bruxelles.


Cinque le sezioni in cui si suddivide la Mostra. Geografia della quantità, con l’esposizione di dati e statistiche sull’evoluzione del continente; Architetture continentali, con le trasformazioni del territorio, anche attraverso infrastrutture come dighe, impianti solari ed eolici e programmi di riforestazione; Architetture della modernità, con gli esperimenti progettuali già messi in atto dal dopoguerra a oggi; Città della globalità, con l’applicazione di idee diverse rispetto a quelle tradizionali di matrice europea-americana; Apparati, con il ricorso alla modellazione e alla stampa in 3D per facilitare il raggiungimento delle nuove idee anche in luoghi spesso poco accessibili.


La Mostra resterà aperta dal 15 ottobre al 28 dicembre 2014- Ingresso 8,00 euro; 6,50 euro; 5,50 euro. Triennale di Milano – viale Alemagna 6 tel. 02 72434247.


 MOS3&MU6 SPUNTI: 

 

Ricordarsi di dare spazio soprattutto alle idee eccentriche, benché minoritarie, poiché il dispotismo della democrazia non consiste tanto nel reprimere chi la pensa diversamente quanto nel presentarlo come anomalo, "straniero". Invece, proprio chi viene oggi presentato come straniero può aiutarci con le sue idee dissonanti a ritrovare una "patria" comune, delle ragioni di convivenza.

(Filippo La Porta)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 PROSSIMI EVENTI: 

 

Fine estate 2015: inaugurazione del Pavilion di UniCredit

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