FUORICENTRO Le dame dei Pollaiolo: di profilo non vengo bene!
Ci dicono che le quattro dame dipinte dai fratelli Pollaiolo, si sono messe di profilo dinanzi agli artisti che le hanno ritratte per una sorta di pudicizia. All’epoca – ci dicono ancora gli storici – la donna che guardava dritto negli occhi il proprio interlocutore poteva essere considerata poco educata, se non addirittura sfacciata. Doveva abbassare lo sguardo, magari arrossendo e mostrando un certo imbarazzo, se non vera e propria ritrosia. Sarà…
A una riflessione più attenta, però, ci sembra che un ritratto di donna di profilo come quelli dei fratelli Pollaiolo abbia qualcosa di inquietante perché ci ricorda certe foto segnaletiche e, contemporaneamente, di “voyueristico”.
Cerco di spiegarmi. Per prima cosa, le donne dipinte appaiono a chi le osserva come soggetti passivi. Di esse non viene ripreso il viso in primo piano nel suo insieme, che consentirebbe di apprezzarne le diverse espressioni, ma una parte di esso, il naso, il mento, il taglio della bocca, che in genere nessuno di noi memorizza e che lo stesso soggetto ritratto non riuscirà mai a vedersi. E questa positura “innaturale” non è neccessitata, come in altre rappresentazioni artistiche, dal contesto che richiede ad esempio che un soggetto nel suo movimento si mostri di profilo.
C’è qualcosa di forzato e statico, come se si volesse mettere in mostra, volutamente, una porzione del corpo, quella più indifesa della donna (prestare il fianco…). Insomma, questa operazione tutto sembra fuorché una valorizzazione della donna, della sua bellezza e della sua dignità, perché alla fine chi guarda queste dame non riesce mai a entrare in sintonia comunicativa con loro.
Insomma, è come se le osservassimo di nascosto, non visti. Proprio come farebbero certe persone, curiose, indiscrete, forse un po’ ambigue.